I monumenti di Avellino e del territorio circostante |
Lago di Conza |
Procedendo verso Conza della Campania è possibile ammirare sulla sinistra l'esteso bacino artificiale di Conza, delimitato a valle dalla grande diga sull'Ofanto, che costituisce la parte centrale di una oasi di protezione della fauna. L'invaso si sviluppa in direzione est-ovest, lungo il fiume, dalla stretta di Cairano fino alla confluenza del Torrente Sarda. Ha una superficie di circa 1.300 ettari ed è situato a circa 450 m s.l.m. Il bacino lacustre, ricco di stagni, è circondato da un bosco igrofilo. La diga ha dato luogo nel corso degli anni ad un ecosistema ideale per la sosta e la nidificazione dell'avifauna selvatica, rendendo la zona di rilevante interesse, e quindi una delle più importanti e rinomate del Meridione, soprattutto per la presenza di rare specie protette. Tra questi volatili sono state riconosciute rare specie di Ardeidi anche in via di estinzione; numerose specie di Anatidi, Limicoli e rapaci sia diurni che notturni. Tale ricchezza faunistica è dovuta anche alla prossimità del valico appenninico della Sella di Coma, principale rotta migratoria per questi uccelli. A monte e a valle dell'oasi è inoltre presente la rarissima lontra. L' invaso di Conza ha assunto una notevole importanza naturalistica, grazie alla accertata nidificazione di svàsso maggiore, nittìcora, garzetta e probabilmente della sgarza ciuffetto.Inoltre rare specie di uccelli migratori, quali mignattaio, mignattino, gru sostano nutrendosi nelle acque del lago; altre quali cormorano, airone cenerino, airone bianco maggiore vi svernano; l'airone rosso, invece, passa l'estate a Conza. Nelle acque del lago è possibile vedere anche gruppi di cicogna nera piro piro boschereccio, cavaliere d'italia, spatola, beccaccia di mare. Le acque dell'invaso sono inoltre popolate da diverse specie di Anfibi, Rettili e da abbondanti popolazioni di alborelle meridionali, cavedani, carpe, anguille. La migrazione primaverile ha inizio a partire dalla prima metà di febbraio, con il passaggio degli uccelli acquatici: pittima reale e combattente sono le prime specie ad arrivare; dalla fine di febbraio, ma con più frequenza dalla seconda metà di marzo comincia a transitare anche la marzaiola, mentre la maggior parte dei Limicoli transita in aprile-maggio. Nei pressi dell'area lacustre è possibile osservare diverse specie di rapaci, tra cui albanella reale in inverno e falco cuculo, pellegrino, nibbio bruno, falco pecchiolo, in primavera. La formazione del bacino di Conza della Campania ha causato, a partire dal 1990, l'insediamento di alcune coppie di svasso maggiore, insieme a poche coppie di porciglione e germano reale. Le garzette invece iniziano la migrazione a settembre, mentre quelle di passo cominciano a comparire nel lago dalla seconda metà di luglio con gruppi abbastanza numerosi, composti per lo più da giovani. Infine la migrazione di Ardeidi, Anatidi e folaghe diviene più intensa dalla metà di ottobre, protraendosi per tutto il mese di novembre; le specie più frequenti sono alzavola, fischione e moriglione. Il versante meridionale dell'Ofanto ha termine con la Sella di Conza, un ampio valico che divide la Valle del Sete da quella dell'Ofanto. Al di sotto della Sella è possibile osservare Castelnuovo di Conza, Santomenna e Laviano. Questi si trovano lungo il corso di vari affluenti di sinistra del Fiume Tèmete, che a sua volta si immette nel Sete a Ponte Sete, sotto Calabritto. Tra i più alti è opportuno ricordare i Monti Eremita e Mariano, massicci calcarei che superano i 1.500 m.s.l.m. Sul versante settentrionale del Lago di Conia la statale 91 procede verso Andretta, centro agricolo longobardo situato a 840 m di altitudine. Da Andretta si scende nella valle del Torrente Sarda: qui i vecchi contadini del paese coltivano piccoli orti circondati da siepi e da incolti dove si è da tempo insediata una fauna costituita da animali tipici dell'Alta Irpinia, quali faine, tassi, raganelle, tritoni e salamandre, nonchè numerose specie di serpenti. Sulle sponde del torrente sono inoltre presenti tuttora rarissimi esemplari autoctoni di testuggini terrestri, mentre in altre zone italiane si sono estinte a causa del degrado ambientale, ma soprattutto al commercio di animali giocattolo dagl'inizi di questo secolo in tutta Europa. |
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